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venerdì 15 gennaio 2010

NUCLEARE. 15 REGIONI SU 20 DICONO NO: 'SBAGLIATI MERITO E METODO'

(DIRE) Roma, 15 gen. - Si allunga e compatta la lista delle regioni che si oppongono al ritorno dell'energia nucleare in Italia. Oggi, in una riunione degli assessori regionali all'Ambiente, coordinata dal capofila Silvestro Greco, responsabile dell'Ambiente in Calabria e organizzata nella rappresentanza della Regione a Roma, e' stato presentato un documento sullo schema di decreto legislativo che ha avuto luce verde nel Consiglio dei ministri del 22 dicembre scorso, documento firmato da 15 regioni: 15 su 20, ormai.
Dunque, gli schieramenti: Silvestro Greco (Calabria), Filiberto Zaratti (Lazio), Nicola De Ruggiero (Piemonte), Onofrio Introna (Puglia) in rappresentanza delle 11 regioni che hanno firmato il ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge 99/2009 ('legge Sviluppo') che attua la 'revanche nucleare' decisa dal Governo (Calabria, Basilicata, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Puglia, Liguria, Marche, Piemonte, Molise). A queste si aggiungono Campania, Sicilia, Sardegna, Veneto (quest'ultimo con una lettera ad hoc), mentre la Lombardia non si e' espressa.
Gli assessori all'Ambiente delle regioni ribelli all'atomo dicono in sostanza che il decreto attuativo di dicembre e' "stato presentato con grande ritardo", impedendo cosi' alle regioni di poter intervenire "marcando con cio' l'ennesimo vulnus al principio di leale collaborazione istituzionale".
Silvestro Greco, assessore all'Ambiente della Calabria e coordinatore degli assessori all'Ambiente delle regioni, sul metodo seguito dall'esecutivo per il ritorno all'atomo, e relativamente ai decreti attuativi, spiega che "il dlgs prevede che i decreti attuativi possano essere presi previo parere delle regioni e delle commissioni parlamentari competenti, dopodiche' il parere positivo del governo e' stato trasmesso senza il passaggio alle Regioni". Il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, "nella sua lettera di accompagnamento ha giustificato il mancato passaggio con l'urgenza del provvedimento- stigmatizza Greco- insomma, questo governo non rispetta nemmeno le sue stesse leggi".
Ma gli assessori all'Ambiente delle Regioni lamentano anche come non vi sia alcuna intesa con l'esecutivo. Secondo Greco, infatti, "il governo si muove in assenza di un piano energetico nazionale", con le Regioni italiane che invece "stanno facendo uno sforzo enorme sulle energie alternative". Il decreto legislativo di dicembre, dice ancora l'assessore calabrese, "e' tutto contro la normativa vigente sulla partecipazione degli enti locali". Insomma, "si sta facendo 'un'azione di comando'- afferma Greco- e cio' si capice anche dal fatto che la Valutazione ambientale strategica dovrebbe essere svolta, secondo quel che dice il decreto, a prescindere dalla collocazione geografica dei siti, solo su parametri tecnici". Insomma, si fa una Vas per la centrale poi se la si realizza in Lombardia o in Sicilia vale ugualmente, e' il succo della denuncia di Greco.
Nel merito, invece, gli assessori regionali all'Ambiente avvertono che lo schema di decreto legislativo di dicembre contiene norme sullo stoccaggio dei rifiuti ma senza fare alcuna menzione dello smaltimento delle scorie pregresse, quelle del 'vecchio' nucleare italiano.
Nicola De Ruggiero (Piemonte) ricorda che "in Piemonte c'e' l'80% delle scorie della passata stagione nucleare, a Saluggia, Trino e Bosco Marengo, mentre manca il deposito nazionale per le scorie". L'ipotesi di un deposito nazionale definitivo, invece, "dovrebbe essere il punto centrale di qualunque politica nucleare". De Ruggiero quindi avverte: "noi come regioni abbiamo discusso in maniera molto laica, e siamo disposti a continuare, sul come mettere in sicurezza l'esistente, ma non discuteremo di un deposito per quello che non c'e', perche' siamo contari al modo in cui e' stata fatta la scelta di ritorno all'atomo".
Per Filiberto Zaratti (Lazio): "c'e' una questione di metodo: il decreto attuativo e' diretta discendenza del dlgs impugnato da 11 regioni. Se la Corte Costituzionale ci da' ragione, decadono assieme tutti quanti i decreti, ed e' quindi fuori luogo che il governo insista a produrne". Poi c'e' una questione di merito: "non si puo' sorvolare, come e' stato fatto, sul Piano energetico nazionale- segnala Zaratti- perche' di fronte al quadro del Protocollo di Kyoto e delle direttive dell'Unione europea, le Regioni si sono adeguate e stanno investendo centinaia di milioni di euro sulle fonti rinnovabili".
A proposito della questione del sito per i rifiuti del 'nucleare pregresso', dice Filiberto Zaratti, assessore all'Ambiente del Lazio, "a Borgo Sabotino la Sogin sta costruendo un deposito per i fanghi ed il boiler della centrale dismessa, ma la Regione Lazio non e' disposta a discutere di nucleare futuro". Cio', "non solo una questione di metodo- avverte Zaratti- il Lazio e' contrario al nucleare per questioni economiche, di sicurezza e per scelte energetiche di fondo".
Per Onofrio Introna (Puglia), infine, "quella di disattendere le regole e' la cifra di questro governo". La Puglia "ha gia' 3 ricorsi al Tar del Lazio contro le autorizzazioni rilasciate dal governo per prospezioni narine alla ricerca di idrocarburi- elenca- noi facciamo l'eolico ed il fotovoltaico, Brindisi e' il piu' importante polo energetico del carbone in Italia: quanta altra solidarieta' devono dimostrare i pugliesi al paese per il settore energetico?".

15:27 15-01-10

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