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giovedì 2 aprile 2009

Il sole fa la rivoluzione? Legambiente ci crede, e prova a coinvolgere l´Eni

LIVORNO. Domani al Politecnico di Torino si terrà una conferenza internazionale sull’energia solare dal titolo ”Anche il sole fa la sua rivoluzione”, molto ammiccante, anche per i soggetti che la promuovono trattandosi di Eni e Legambiente.
Un convegno che rappresenta la prima tappa del progetto EnergyThink (www.energythink.it) “Il Futuro del Pianeta, gli scenari dell’Energia” di Eni e Legambiente che, nel rispetto reciproco delle proprie identità e ruoli, intendono porre le basi per un confronto propositivo sul terreno delle energie rinnovabili.
A parlare agli studenti sono stati chiamati nomi illustri della comunità scientifica internazionale oltre dell’ateneo torinese e i dirigenti di Eni e Legambiente, che domani introdurranno il convegno e ai quali abbiamo posto alcune domande.

Che cosa ha spinto un’ associazione ambientalista come Legambiente- abbiamo chiesto a Rossella Muroni, che ne è la direttrice generale- a promuovere un convegno sull’energia solare con un’azienda come Eni?
«Direi che è una sfida. Parlare di cose concrete con chi è diverso da noi. Una filosofia che caratterizza da sempre l´azione di Legambiente. Proprio Eni e i grandi colossi dell´energia possono fare la differenza sulla via dello sviluppo alle fonti rinnovabili e allora è proprio con loro che ne dobbiamo parlare. Rimangono i rispettivi punti di vista e le criticità ambientali e sociali che caratterizzano le attività di una società come Eni e sappiamo entrambe che su quel piano continua il confronto. Questo però non ci impedisce di aprire un fronte di dialogo e ricerca comune. Le energie rinnovabili hanno molti nemici, è per questo che per promuoverle e difenderle ci vogliono alleanze inedite e forti».

Quali obiettivi vi ponete di raggiungere, come Legambiente, con questa iniziativa?
«Innanzitutto parlare con i giovani universitari, i ricercatori di domani. E´ un appello ad investire il proprio progetto di vita e di studio sulle rinnovabili, a crederci. Anche l´ambiente ha bisogno di ricerca e ha bisogno di grandi idee: speriamo che sia un cervello italiano, non costretto alla fuga, che ce le dia. Innovazione e ambiente sono ormai un binomio inscindibile ed è per questo che abbiamo voluto entrare in un ateneo autorevole come è il Politecnico di Torino. Siamo alla ricerca di giovani menti che aiutino l´innovazione e che credano nella sostenibilità ambientale anche come progetto lavorativo e di studio. Questo a maggior ragione alla luce di quanto è avvenuto negli ultimi mesi quando l´annuncio del ritorno del nucleare in Italia ha fatto schizzare le richieste di iscrizione a scienze dell´atomo! dobbiamo correre ai ripari anche sul piano culturale e dire agli universitari che il nucleare è un bluff peraltro molto pericoloso».

Legambiente è fortemente impegnata per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, a fianco del risparmio e dell’efficienza energetica. Quali prospettive prevede per questo settore nel nostro Paese?
«Il settore delle rinnovabili sta dimostrando di poter superare alla grande la fase di crisi economica. E´ un settore dinamico che porta con se oltre ai grandi colossi dell´energia una miriade di piccole e medie imprese. In particolare l’eolico uscirà dalla crisi per primo, perché la sua crescita attira capitali che compensano la stretta del credito. La notizia di questi giorni è che le installazioni e la messa in esercizio di impianti fotovoltaici in conto energia in Italia sono nel 2008 di gran lunga superiori rispetto ai valori comunicati fino a poche settimane fa. Il GSE ha infatti registrato un vero e proprio boom di allacci di impianti nel solo mese di dicembre 2008, oltre 5.000 per una potenza superiore a 130 MW, un terzo del totale di tutto l’anno. Un dato che fa schizzare la potenza degli impianti incentivati in conto energia per lo scorso anno a 329 MW, un numero che posiziona il nostro paese quale terzo mercato mondiale del fotovoltaico per l’anno passato, dopo Spagna e Germania e prima di Corea del Sud, Stati Uniti, Giappone, Cina. Insomma non è dal mercato o dall´economia che le rinnovabili hanno da temere. E´ l´inadeguatezza della politica a rappresentare l´ostacolo maggiore. Al di là degli schieramenti il nostro Paese non ha saputo mettere in campo un piano strategico di sviluppo delle rinnovabili che investisse senza indugi su eolico e solare innanzitutto. Ora poi con il delirio del ritorno al nucleare e con un governo che si fa paladino contro la strategia europea sulla lotta ai mutamenti climatici è tutto più difficile. La verità è che il miraggio nucleare ci farà perdere tempo e soldi senza risolvere i problemi attuali e stringenti legati ad una produzione sostenibile dell´energia, all´abbattimento delle emissioni allo sviluppo di politiche di risparmio ed efficienza energetica».


da greenreport.it

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