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venerdì 5 febbraio 2010

SCAJOLA CONTRO TRE REGIONI "SUL NUCLEARE DECIDIAMO NOI"


Il governo impugna le leggi di Puglia, Basilicata e Campania. Vendola: disobbediamo. L'Idv preannuncia referendum. L'opposizione: ritorsione contro le Regioni. Scajola: decisione necessaria.

Sul nucleare per ora è guerra politica e di carte bollate. Il consiglio dei ministri di ieri, su proposta di Claudio Scajola, ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale le leggi di Puglia, Basilicata e Campania che impediscono la costruzione di centrali in quelle Regioni. Insomma, il governo non si ferma: procede spedito anche contro le scelte dei governi locali e gli orientamenti dei cittadini.

SFIDA
La sfida dell'atomo infiamma subito l'arena politca. L'Idv annuncia la raccolta di firme per un eventuale refendum contro i reattori atomici, mentre antonio Di Pietro evoca il rischio di guerra civile. I candidati del centrosinistra alle regionali, accusano il governo di centralismo (alla faccia del federalismo leghista) e autoritarismo,m di cieco atto intimidatorio che non tiene conto delle amministrazioni locali, gli ambientalisti di ritorsione, mentre il presidente della Conferenza delle regioni (che già si è espressa contro la scelta per l'energia atomica) Vasco Errani torna a chiedere all'esecutivo di indicare la localizzazione dei siti prima delle consultazioni regionali. Insomma, il ricorso accende una miccia pronta ad esplodere al più presto. I governatori delle tre Regioni non si danno certo per vinti. Anzi. «La Puglia sarà una Regione disobbediente, continueremo a dire no al nucleare », annuncia Nichi Vendola. «Faremo rispettare il nostro territorio. La Basilicata ha il diritto di esprimersi sul nucleare», gli fa eco Vito De Filippo della Basilicata. Quanto ad Antonio Bassolino, si dice certo che la Consulta riconoscerà la costituzionalità della legge campana.

IL RICORSO
Sul fronte opposto Scajola, che ha spiegato ai colleghi ministri le ragioni dell'intervento adducendo «ragioni di merito e di diritto». Secondo il ministro «le tre leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato (produzione , trasporto e distribuzione di energia eletrica) e non riconoscono l'esclusiva competenza dello stato in materia di tutela dell'ambiente, della sicurezza interna e della concorrenza».
Scajola aggiunge che la decisione di intervenire si sarebbe resa necessaria per evitare «un pericoloso precedente».
Quanto al merito, «il ritorno al nucleare è un punto fondamentale del programma del Governo Berlusconi, indispensabile per garantire la sicurezza energetica, ridurre i costi dell'energia, combattere il cambiamento climatico riducendo le emissioni di gas serra secondo gli impegni presi in ambito europeo». Queste le argomentazioni utilizzate a Palazzo Chigi. Ma sarà difficile difendere il fronte pro-atomo di fronte ad una popolazione «disobbediente». Probabilmente non basteranno neanche i 10 milioni annui destinati dal decreto ai Comuni che decideranno di ospitare i reattori.

Bianca Di Giovanni da L'Unità

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