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lunedì 22 febbraio 2010

UN'IMPRESA SENZA FUTURO

L'esaltazione del risparmio prodotto sulle bollette degli italiani dall'energia nucleare è l'obiettivo dei promotori. Le voci di costo di un impianto sono: tecnologia, durata, parametri finanziari, oneri fiscali, tempo di ammortamento, costi del combustibile, di esercizio e manutenzione, di smantellamento e assicurativi.

Tutto varia con il tipo di reattore. Oggi sul mercato ce ne sono diverse tipologie: ad "acqua bollente" installato in Asia, ad "acqua pesante" installato in Romania e ad "acqua leggera" scelto dal nostro Paese. La firma tra il Ministro Scajola e il collega statunitense, apre le porte al reattore AP 1000 di Westhingouse e Ansaldo.
Il costo pubblicizzato è riferito all'overnight ovvero come se la costruzione avvenisse "nel corso di una notte". Esso non comprende i costi finanziari. Le stime variano dai 3.000 euro per Kw secondo Keystone Center ai 6.000 per Moody's.
Il "costo del Kwh da nucleare" non è competitivo e varia tra 11/22 centesimi. Costo diverso dai 3 centesimi strombazzato ai media, riferito a impianti ammortizzati e a vecchi contratti di fornitura dell'uranio, quando costava un quinto di oggi.
I parametri finanziari sono le voci più controverse e sulle quali si gioca la partita per il calcolo del costo del Kwh. Nel caso italiano l'art. 7 del DL 112/2008 statuisce per il nucleare "nessun onere" per lo Stato. Diversamente la pensa il senatore Possa e sostenitore di "provvedimenti del Governo da assumere per l'incentivazione del nucleare".
Nelle stime di costo le valutazioni più contenute riguardano le scorie, lo smantellamento della centrale (stima bassa e uso di tassi di attualizzazione scandalosi per ridurre la quota nei piani finanziari, presi a riferimento da banche e investitori) e l'omissione dei costi assicurativi. I parametri tecnici del "nuovo nucleare" sono tutti da verificare quando funzioneranno i 2 reattori in costruzione: rendimento (trasformazione in elettricità del 37% in luogo del 33%), il periodo di funzionamento (60 anni invece di 40), il fattore di utilizzo degli impianti (8300 ore all'anno invece di 7000 ore), l'efficienza di sfruttamento del combustibile.
Di certo sappiamo che il costo delle scorie tedesche ammontano a 100 miliardi di euro e per gli inglesi 90.
Il nucleare è un settore ad alto investimento e bassa resa. Senza incentivazioni di Stato in termini di assunzione dei costi per le scorie, smantellamento, sicurezza, garanzie finanziarie e benefici fiscali è un'impresa senza futuro.
Puntare su risparmio, efficienza energetica, ricerca anche nel piezonucleare che utilizza il ferro, costituisce la scelta vincente.

Erasmo Venosi da Terra

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