Chat No Nuke

off line

mercoledì 10 febbraio 2010

RITORNO AL NUCLEARE, OK DAL GOVERNO


Il governo ha dato il via libera al decreto legislativo sulla disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonchè misure compensative e campagne informative al pubblico. I primi lavori nei cantieri, come ha spiegato il ministro della Sviluppo economico Claudio Scajola, cominceranno nel 2013 e la produzione di energia elettrica partirà nel dal 2020.

POLEMICHE - Il via libera del governo ha suscitato le vive proteste dell'opposizione e degli ambientalisti. Malgrado le rassicurazioni del ministro Stefania Prestigiacomo, secondo la quale il decreto «conferma la scelta del Governo di operare sul nucleare puntando sulla massima sicurezza e sulle più attente tutele dell'ambiente». «Con il decreto approvato oggi Berlusconi e Scajola mettono in scena un'autentica pagliacciata di Stato» hanno affermato i senatori Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante. «Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera ad una clamorosa truffa ai danni dei cittadini italiani, perché il nucleare non solo è dannoso per l'ambiente e la salute ma è anche insostenibile dal punto di vista economico» ha detto il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, che ha aggiunto: «Il governo per l'affare nucleare ha deciso di mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Questa operazione del ministro Scajola porterà ad un aumento del 15% delle bollette in cui già sono presenti costi per 400 milioni di euro per lo smaltimento delle scorie delle centrali dismesse dopo il referendum dell'87». «Il centrodestra la smetta con il gioco delle tre carte per paura di un boomerang elettorale alle prossime regionali e dica ai cittadini quali sono i siti che hanno già scelto. Fonti francesi ci confermano che la rosa di località per le centrali atomiche è quella che avevamo già indicato. Ossia: Montalto di Castro (Viterbo), Borgo Sabotino (Latina), Trino Vercellese (Vercelli), Corso (Piacenza), Oristano, Palma di Montechiaro (Agrigento), Monfalcone (Gorizia), Chioggia (Venezia), mentre l'ex centrale del Garigliano (tra Latina e Caserta) sarà il deposito nazionale per le scorie». «Sul nucleare il governo ha deciso, ma come farà ora a convincere la popolazione se non ha convinto nemmeno i candidati della maggioranza alle regionali?» è la domanda posta da Legambiente.

LE REGIONI - Intanto proprio nel giorno in cui il governo ha approvato il decreto legislativo con i criteri per la scelta dei siti che ospiteranno le nuove centrali nucleari, le opposizioni nel Consiglio regionale della Sardegna hanno presentato una proposta di legge per dichiarare l'isola territorio «denuclearizzato», sollecitandone l'approvazione urgente. D'altro canto, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, pur valutando positivamente la scelta del governo di un ritorno dell'Italia al nucleare, ha escluso che una centrale possa nascere nel territorio regionale. «In Lombardia siamo vicini all'autosufficienza quindi non c'è bisogno di centrali in questo momento».
LA «STRATEGIA NUCLEARE» - Il decreto sul nucleare aveva ricevuto martedì il via libera anche delle commissioni parlamentari competenti e ha registrato il parere positivo anche del Consiglio di Stato sebbene con osservazioni recepite nel decreto approvato dall'esecutivo. All'appello manca dunque il parere della Conferenza Unificata che il governo acquisirà in un momento successivo essendosi avvalso della decretazione di urgenza, che consente la consultazione successiva della Conferenza. Il provvedimento in questione prevede alcune scadenze importanti, tra cui quella che prevede che entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge, il governo dovrà adottare la «Strategia nucleare», un documento programmatico quanti impianti verranno realizzati, la relativa potenza complessiva ed i tempi attesi di costruzione e di messa in esercizio degli stessi.


da Corriere.it

Nessun commento:

Posta un commento