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lunedì 2 novembre 2009

Energia nucleare. Le offerte della Giordania ci devono far aprire gli occhi

Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori)

FIRENZE. Re Abdallah II, in questi giorni in visita ufficiale in Italia, intervenendo al Business Forum fra Giordania e Italia ha offerto il proprio Paese come partner dell'Italia nell'ambito della produzione di energia nucleare. Il re ha ricordato che in Giordania si trova il 3% dell'uranio mondiale, che è nella miniera più grande al mondo e che hanno già firmato un accordo con i francesi di Areva.
E' bene ricordare che l'uranio è il combustibile per le centrali nucleari e le sue scorie nessuno è in grado di trattarle per renderle innocue; motivo per cui sono oggetto dei più turpi mercimoni coi Paesi poveri che le ospitano o interrate chissà dove senza che si sappia.
Questo combustibile per noi sarebbe esclusivamente di importazione (il 58% delle riserve sono in Canada, Australia e Kazakhstan). L'offerta della Giordania, come quelle di altri Paesi ai medesimi livelli di ricchezza, sarebbe potenzialmente tra quelle che economicamente attrarrebbero di più il nostro Paese. Che si troverebbe ad avere una dipendenza doppia con l'avvio di queste centrali, non solo l'uranio ma anche la tecnologia (essenzialmente francese).
La domanda che noi poniamo è la seguente: vale la pena dipendere da Paesi come la Giordania per l'approvvigionamento energetico, considerando che nei piani del Governo questo tipo di energia dovrebbe servire a soddisfare il 4,5% del fabbisogno nazionale? (vedi nota)
Forse è il caso di aprire bene gli occhi prima di continuare con queste scelte la cui economicità e durata nel tempo è tutto da dimostrare che possa essere utile a consumatori e aziende.

Da greenreport.it

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