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giovedì 19 novembre 2009

NUCLEARE FRANCESE, MITO IN FUMO


Nucleare Dopo 27 anni, per la prima volta il Paese è costretto ad acquistare elettricità sul mercato internazionale perché
su 58 reattori attivi ben 18 sono stati fermi per incidenti o guasti. L'ente gestore: «Non è escluso il pericolo di black out»
Sui 58 reattori nucleari presenti Oltralpe, ben 18 hanno rilevato problemi di funzionamento che in alcuni casi hanno portato allo stop degli impianti.
E così, per la prima volta dall'inverno del 1982, la Francia, nell'intero mese di ottobre è stata importatrice netta di elettricità. Il distributore Rte, filiale del colosso Edf, ha avvertito che il sistema potrebbe dover importare circa 4.000 MW fino a gennaio 2010. E non è escluso il rischio black out.

«Affronteremo la costruzione di centrali nucleari in Italia con al nostro fianco la Francia che ci ha messo a disposizione il suo know how». Il corollario trionfante, quello del premier Berlusconi, decantato in occasione della sigla dell'accordo tra l'Italia e la Francia per lo sviluppo dell'atomo, rischia di rimanere la solita favola immaginifica da dare in pasto ai media.
Il famigerato know how francese, infatti, si sta rivelando sempre più inadeguato.
E' appena di martedì scorso l'ultimo annuncio della Reseau de transport d'electricitè, controllata del gruppo pubblico elettrico Edf: per la prima volta da 27 anni la Francia, nell'intero mese di ottobre, è stata importatrice netta di elettricità a causa dell'alto numero di centrali nucleari non funzionanti. A inizio novembre, secondo dati riportati da Le Parisien, su 58 reattori attivi nel Paese ben 18 erano fuori servizio, fermi per incidenti o guasti. I reattori (che coprono il 75 per cento del fab-bisogno del Paese) hanno quindi segnato un calo dell'8,9 per cento della produzione di energia rispetto al 2008.
Il dato appare ancor più clamoroso in quanto evidenzia un'inversione di tendenza radicale: tradizionalmente, infatti, la Francia è esportatrice di elettricità.
La svolta, stavolta, appare dunque di natura strutturale più che legata solo a una situazione di particolare emergenza. Il Paese, infatti, usualmente acquista elettricità da altre nazioni per periodi limitati di tempo, in caso ce ne sia necessità, per rispondere a bisogni energetici improvvisi o sfruttare prezzi più bassi sulle Borse elettriche.
Nel mese di ottobre, e senza interruzioni, è però stato costretto a importare 458 gigawattore di elettricità. Il famigerato sistema d'Oltralpe non riesce quindi più a reggere il passo, e la tecnologia sembra evidenziare limiti non più superabili. Ed è proprio su questa situazione di potenziale collasso che si è basato l'allarme lanciato dallo stesso gestore Rte alla fine di ottobre, quando ha avvertito che il sistema Francia potrebbe dover importare circa 4.000 MW fra novembre 2009 e gennaio 2010.
Nell'Oltralpe imbottito di centrali atomiche, al quale il nostro Paese guarda con un interesse economico e strategico come un "esempio da seguire", le autorità non hanno addirittura escluso il rischio black out: «Se le temperature dovessero scendere 7 o 8 gradi sotto la media stagionale - hanno spiegato dalla Rte - i livelli di import potrebbero raggiungere il limite tecnico per la rete francese». E allora l'ente elettrico potrebbe «attivare misure eccezionali per la salvaguardia del sistema: ridurre il voltaggio del 5 per cento o, come ultima istanza, il distacco di carico». In due parole: interruzioni programmate di servizio per evitare il collasso del sistema.
Nonostante i problemi strutturali sempre più macroscopici, Henri Proglio, il futuro patron di Edf, si è detto «deluso» per i ritardi con cui procede la realizzazione del reattore nucleare a Flamanville, dove nel 2012 dovrebbe entrare in funzione la prima centrale equipaggiata in Francia con l'Epr di terza generazione. Proprio la tecnologia sulla quale si sono concentrate le critiche delle autorità di controllo di Francia, Finlandia e Regno Unito.
Durissimo l'attacco del deputato verde Noel Mamere: «Bisogna fermare Flamanville. Quattro miliardi investiti in un reattore sperimentale significa danaro sperperato».
Sulla stessa linea il leader del Sole che ride Angelo Bonelli: «Il mito dell'autosufficienza energetica della Francia è caduto. Il futuro è nell'efficienza energetica e nelle rinnovabili. Ma il governo italiano continua puntare sul nucleare, una fonte arcaica e rischiosa per la salute dei cittadini e insostenibile economicamente ».
Le quotazioni dell'atomo francese viaggiano prepotentemente verso il basso.

Valerio Ceva Grimaldi da Terra

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