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lunedì 2 novembre 2009

Nucleare: Legambiente lancia una coalizione di Enti locali contro il ritorno all'atomo

Roma, 31 ott. - (Adnkronos) - ''Pronti a vincere di nuovo contro il nucleare!''. E' questo lo slogan delle magliette e degli striscioni gialli del 'No Nuke Day' con cui Legambiente ha rilanciato da Montalto di Castro le iniziative antinucleariste, rivendicando il successo delle grandi manifestazioni contro il nucleare degli anni '70 e '80, concluse con il partecipatissimo referendum che nel novembre del '87 mise la parola fine all'avventura atomica italiana. Pannelli fotovoltaici, led per l'illuminazione, una piccola casa geotermica, una mostra sul disastro di Cernobyl, materiale informativo sulla certificazione e riqualificazione energetica, prodotti tipici, pane tostato spezie ed oli in degustazione, laboratori di educazione ambientale ed un dibattito tra cittadini ed istituzioni hanno animato Piazza Giacomo Matteotti, grazie alle adesioni di decine di comitati, associazioni, imprese ed alla collaborazione del Comune di Montalto di Castro.
''Cosi' riparte la mobilitazione contro il nucleare, torniamo a Montalto con la stessa determinazione che ci ha fatto vincere tanti anni fa. La vera sfida che oggi abbiamo di fronte e' affrontare il superamento della crisi climatica, intraprendendo le vere strade possibili, che sono il risparmio e l'efficienza energetica, la produzione da fonti rinnovabili e pulite, come sole e vento, ma invece si torna a proporre il nucleare'' afferma Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente.

Con questa manifestazione, aggiunge, ''prende il via una grande mobilitazione nazionale, che si avvia con il coinvolgimento di tutta la rete associativa e produttiva e anche delle istituzioni. Una mobilitazione che durera' nel tempo contro questa scelta di ritorno al nucleare, che non serve agli obiettivi del protocollo di Kyoto, che ci isola dalle scelte internazionali ed e' contro gli interessi delle comunita' e di questi territori''.

La Maremma, inoltre, rileva il coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente, ''ha gia' pagato un caro prezzo come polo energetico con le centrali di Civitavecchia e Montalto e il tentativo di costruzione della centrale nucleare. Ai costi elevatissimi, alla mancanza di sicurezza del nucleare, all'impossibilita' di smaltimento delle scorie -conclude Gubbiotti- va aggiunto il rischio del terrorismo internazionale, visto che il plutonio per il funzionamento delle centrali e' una fondamentale materia prima per chi intende costruire armi atomiche''.

Prima dell'apertura della giornata un gruppo di volontari del cigno verde ha aperto lo striscione 'No Nuke' di fronte alla centrale di Montalto: ''tenuta antinucleare'' per l'occasione, con tute bianche e maschere antigas, un po' come potrebbe succedere agli abitanti nei dintorni della centrale in caso di incidenti, anche piccoli, con rilascio di radioattivita'. Il sito fa parte di una lista ufficiosa, elaborata sulla base di uno studio di fattibilita', contenente le 10 citta' piu' idonee ad ospitare le future centrali nucleari italiane, sulla base dei criteri individuati, ossia la disponibilita' di acqua per il raffreddamento dei reattori, la non sismicita' dell'area e la capacita' di trasporto della rete elettrica.

In piazza con Legambiente anche i sindaci dei Comuni di Celleno, Canepina, Montalto di Castro e Nepi, tutti anti-atomo, e primi fondatori di una coalizione di Enti locali denuclearizzati lanciata per l'occasione dall'associazione ambientalista, che chiamera' a raccolta tutte le amministrazioni che vorranno aderire adottando una precisa delibera e posizionando all'ingresso del territorio comunale lo storico cartello che ne indica la scelta antinucleare. La contrarieta' al ritorno all'atomo non viene solo dai Comuni: Legambiente ha infatti ricordato che l'appello lanciato con Greenpeace e Wwf ha gia' visto tredici Regioni, a cui si e' unita anche la Rete dei Piccoli Comuni, impugnare di fronte alla Corte Costituzionale la Legge Sviluppo, appellandosi al titolo V della Costituzione in materia di poteri del Governo in caso di materie concorrenti con gli Enti locali.

''Trentadue anni dopo la prima manifestazione antinucleare del 20 marzo 1977 a Montalto di Castro, riprendiamo la battaglia contro il nucleare da dove e' cominciata, per portarla fino in fondo se servira''' spiega Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio. Bisogna, rileva, ''ricostruire con i piu' giovani questa memoria storica, rilanciare l'informazione, spiegare quali sono i pericoli ancora del tutto attuali del nucleare, a quali rischi si va incontro. Il nucleare non ha risolto i suoi problemi di sempre: diciamolo con chiarezza, non esistono garanzie per l'eliminazione del rischio di incidente nucleare e conseguente contaminazione radioattiva; rimane il problema della contaminazione ordinaria, dovuto al rilascio di piccole dosi di radioattivita' durante il normale funzionamento dell'impianto, a cui vengono esposti lavoratori e popolazione nelle vicinanze del sito; non esistono soluzioni al problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi, come dimostrano le 250mila tonnellate di rifiuti altamente radioattivi prodotte fino ad oggi nel mondo, tutte in attesa di essere conferite in siti di smaltimento definitivo''.

L'energia nucleare, rileva Legambiente, e' la fonte energetica piu' costosa e meno competitiva: tra costo industriale e sussidio di Stato il costo raggiunge circa gli 80 dollari al megawattora, secondo una stima al 2030 del Dipartimento Usa (2007), tanto che persino l'Aiea prevede una riduzione del contributo dell'atomo alla produzione elettrica mondiale che passera' dal 15% del 2006 a circa il 13% del 2030. ''Quella di oggi -sottolinea il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza- e' la prima di una serie di iniziative che Legambiente intende organizzare nei siti che, con maggiore probabilita', potrebbero ospitare i reattori nucleari che il governo vuole realizzare. Occasioni d'incontro con la popolazione, per illustrare le ragioni del nostro dissenso nei confronti dell'atomo''.

Il nucleare, aggiunge, ''e' una tecnologia pericolosa e costosa che non vogliono ne' le amministrazioni locali, ne' i cittadini. Chiediamo al governo di abbandonare questo progetto folle che rischia di alimentare conflitti istituzionali e sociali. Vogliamo ricordare, inoltre, che mettere in cantiere nuove centrali significherebbe far perdere all'Italia altro tempo prezioso nella lotta contro il mutamento climatico, oltre che nello sviluppo dell'innovazione tecnologica in campo energetico, uno dei settori trainanti del mercato globale degli anni a venire'' conclude.

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