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martedì 3 marzo 2009

«Mai il nucleare in Sardegna» Altolà di Castellacci a Berlusconi

CAGLIARI (26 febbraio) - «Dovrebbero passare sul mio corpo prima di fare una cosa simile». È la risposta del neo Governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, nella sua pagina su Facebook, alla domanda sull'ipotesi che sia nell'isola, e precisamente nella piana di Oristano-Arborea, uno dei siti che potrebbe ospitare una quattro centrali nucleare in Italia previste nell'accordo con la Francia. Sottolineati gli impegni del premier («Berlusconi manterrà la promessa fatta») e le rassicurazioni del ministro Scajola («le scelte saranno fatte d'accordo coi territori»), Cappellacci ricorda che sulla materia c'è un preciso impegno programmatico perchè tutto il territorio della Sardegna sia denuclearizzato. Si tratta di uno dei punti del programma del centrodestra proposto dal Partito sardo d'azione e fatto proprio dall'intera coalizione.

Sulla materia il Consiglio nazionale del Partito Sardo d'Azione aveva approvato il 3 gennaio un documento per l'alleanza che prevede «l'esclusione di qualsiasi ipotesi di realizzare nell'isola centrali nucleari o depositi di scorie».

Ma il ritorno dell'Italia nel nucleare ha messo in allarme un po' tutti i Comuni d'Italia. Tanto è vero, che nel corso della conferenza stato-Regioni, non pochi sono stati i distinguo e le prese di posizione, come quella, per esempio, di Fabio Callori, sindaco di Caorso e presidente della consulta Anci: «In Italia ci sono Comuni che sono già stati sedi di centrali nucleari. Comuni che, alla luce delle notizie sul ritorno dell'Italia al nucleare, sono convinti di avere qualcosa da dire in proposito. E lo faranno,
all'interno della Consulta Anci dei Comuni sedi di servitù nucleari, che conto di convocare a breve».

Callori lamenta il fatto che «ogni volta che si parla di nucleare, o di ritorno al nucleare, vengono fatti i nomi dei nostri Comuni. È una circostanza che certo non ci fa piacere e che ci porta innanzitutto a chiedere
preventivamente il mantenimento delle promesse fatte a suo tempo ovvero - conclude - che sulla scelta dei siti che ospiteranno le future centrali ci sia un
percorso condiviso, evitando qualunque imposizione dall'alto».

da ilmattino.it

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