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giovedì 19 marzo 2009

Le lobby del nucleare spaventate dallo sviluppo dell'eolico

Un mondo che fonda il soddisfacimento delle sue esigenze energetiche sulle fonti rinnovabili è un mondo in cui gli le grandi aziende del nucleare, che vivono tutte sull'assistenzialismo di Stato, sarebbero costrette a chiudere.

Cosi', pur di prevenire l'incubo di uno sviluppo "eccessivo" delle fonti rinnovabili, la francese Edf e la tedesca E.On, hanno iniziato a battersi, senza troppe cautele, contro i piani del governo britannico per lo sviluppo dell'energia eolica.

Se già era poco digeribile la stima svolta nel 2008 dal governo che, entro il 2020, il 30% dell'intera produzione energetica nazionale sarebbe stata garantita da energie rinnovabili (in primis eolico, ma anche solare, biocarburanti e biomassa),
l'ultimo studio del Dipartimento dell'energia è stato un autentico colpo al cuore (o meglio, al portafogli).

Secondo il Dipartimento dell'energia, grazie ai nuovi piani per lo sviluppo dell'eolico offshore, gli obiettivi inizialmente tracciati dal governo saranno abbondantemente superati. Entro il 2020, secondo il Dipartimento dell'energia, tutto il fabbisogno energetico delle famiglie britanniche sarà soddisfatto dall'eolico offshore. Con il contributo energetico delle altre fonti rinnovabili, al nucleare residuerebbe un ruolo limitato al completamento del bilanciamento dell'offerta nel solo settore industriale. Ed in prospettiva, con ulteriori investimenti nel settore delle rinnovabili, le centrali inglesi si ritroverebbero con l'essere fonti energetiche non solo costosissime, ma anche sostanzialmente superflue.

Le lobby del nucleare hanno preso molto sul serio i nuovi dati del Dipartimento dell'energia ed hanno denunciato il "pericolo" che i piani "eccessivi" del governo sul terreno della diffusione dell'eolico mettano a repentaglio la costruzione di "nuove centrali".

La E.on., temendo il peggio, ha deciso di entrare anche in alcuni progetti governativi sull'eolico che la stessa compagnia aveva giudicato, solo pochi mesi prima, come "irrealistici" e "troppo costosi".

da sostenibile.blogosfere.it

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