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martedì 10 marzo 2009

Nucleare, Parisi (Infn) a Polisblog: "Accordo Italia-Francia pessima notizia"



Giorgio Parisi, dice Wikipedia, “è uno dei fisici più autorevoli del mondo secondo la scala h-index ed è considerato uno dei migliori scienziati italiani in assoluto”. Insegna “Teorie Quantistiche” nel Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma “La Sapienza” ed è stato a lungo ricercatore presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Polisblog lo ha incontrato per commentare l’intesa raggiunta tra il premier Berlusconi e il presidente Sarkozy sullo sviluppo di reattori di terza generazione al fine di produrre energia grazie all’atomo.

Professore, allora accordo Italia-Francia sul nucleare …
“E’ una conferma del fatto che l’Italia non è in grado di fare le centrali nucleari e che deve comprare all’estero la tecnologia necessaria. È una pessima notizia in quanto conferma che il governo vuole andare avanti in una direzione sbagliata”.

Scajola dice: “Scelta obbligata per non restare a secco”. E davvero così?
“I politici italiani sono convinti di poter dire qualunque cosa, indipendentemente dalla verosimiglianza e di non dover pagare mai per le bugie che raccontano. Sfortunatamente spesso hanno ragione. Tornando al merito della questione, non c’è assolutamente nessun pericolo per gli italiani di restare a secco (forse alcuni industriali e maneggioni rimarrebbero a secco)”.

Quanto senso ha puntare ancora sul nucleare e non sul rinnovabile?
“Nessuno. Inoltre è incompatibile con gli impegni presi. L’Italia si è già impegnata con l’Europa per il 2020 ad effettuare un risparmio energetico del 20 per cento, ad avere il 20 percento dell’energia proveniente dalle fonti rinnovabili e a ridurre del 20 per cento la produzione di C02. Se si centrano gli primi due obiettivi, il terzo viene automaticamente realizzato. Quindi non servono nuove centrali non rinnovabili. Inoltre, il nucleare, incide molto di più delle fonti rinnovabili sulle scarse risorse del paese e, la costruzione di centrali nucleari, può mettere in pericolo il mantenimento degli impegni presi sulle energie rinnovabili”.

Esiste un problema scorie?
“È un grosso problema. Non c’è ancora un consenso su come smaltire le scorie nucleari. Al momento attuale l’unica cosa da fare è di tenerle in depositi, stando attenti a tappare le falle ogni volta che si creano. Un Paese come il nostro, pieno di infiltrazioni mafiose, che non riesce a gestire i rifiuti della vita quotidiana, che ha superato l’emergenza rifiuti in Campania bruciano i rifiuti mettendo in pericolo la salute pubblica, dovrebbe mettersi a gestire anche i rifiuti nucleari …
E poi, il problema dello smantellamento delle centrali è un problema non risolto. Per smantellarla i lavoratori dovrebbero assorbire troppe radiazioni: dovremmo smantellarle utilizzando robot, ma la tecnologia non esiste”.

L’Italia è pronta al nucleare?
“Come può esserlo un paese arretrato del terzo mondo: se compriamo la tecnologia chiavi in mano, non possiamo costruirla. Temo che non abbiamo nemmeno le competenze per verificare la sicurezza degli impianti costruiti”.

La gente capirà?
“Penso di si, anche se i filonucleari fanno molta propaganda. Io sono convinto che alla lunga la gente capisce gli argomenti giusti. Il nucleare adesso è ancora più insensato che nel 1987 in quanto le tecnologie per le energie rinnovabili hanno fatto passi da gigante mentre, le tecnologie nucleari, sono rimaste a stecchetto”.

Nel resto del mondo cosa succede a riguardo?
“Tutte le previsioni danno una forte decrescita nell’uso dell’energia nucleare: le centrali in costruzione sono meno di quelle che saranno chiuse perché troppo vecchie. In un paese avanzato come gli Stati Uniti sono trent’anni che non si progetta un nuovo reattore: non c’è la convenienza economica”.

Il nostro Paese si prepara a costruire per il 2020 quattro reattori nucleari di terza generazione. Ci spiega di cosa parliamo?
“I reattori nucleari di terza generazione sono concettualmente simili a quelli attualmente in uso con piccole modifiche. I reattori nucleari veramente innovativi sono quelli di quarta generazione, ma non si sa bene quando saranno pronti, in quanto non sono state fatte ancora le scoperte necessarie per costruirli. I reattori di terza generazione consumano grandi quantità di uranio e il prezzo di questo materiale è notevolmente aumentato di sei volte negli ultimi anni. Sono reattori che diventeranno probabilmente obsoleti nei primi anni di funzionamento”.

da polisblog.it

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