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martedì 17 marzo 2009

Nuovo tentativo di smaltire nello Utah i rifiuti radioattivi delle vecchie centrali nucleari italiane

Torna a galla il tentativo di spedire nello Utah i rifiuti radioattivi lasciati in eredità dalle centrali nucleari italiane che questo Governo vorrebbe riaprire.

Ricordate? Qualche mese fa lo Utah aveva risposto no alla Energy Solution che voleva smaltire 20.000 tonnellate di materiale radioattivo proveniente dall’Italia.

Ora Energy Solution torna alla carica. Propone di dividere a metà con lo Stato dello Utah i lauti guadagni dell’operazione: tre miliardi di dollari. Se questa cifra rappresenta il solo guadagno, provate a pensare quanto potrà costare a noi contribuenti italiani l’intera operazione.

Se lo Stato dello Utah accettasse la proposta di Energy Solution, insieme ai rifiuti radioattivi italiani incamererebbe dunque 1,5 miliardi di dollari. Energy Solution ha avviato trattative ufficiose a questo proposito con membri dell’assemblea legislativa.

Ad onor del vero, i rifiuti italiani sono a bassa radioattività. Ma prendersi la monnezza altrui non è mai piacevole. Quella radioattiva, poi…

Infatti il governatore dello Utah, Jon Huntsman, che già si era opposto in passato all’arrivo dei rifiuti italiani, minaccia di porre il veto. Un veto che potrà essere superato solo se i due terzi dell’assemblea legislativa approveranno l’operazione.

La faccenda riscalda gli animi, e riempie di commenti il sito web del Salt Lake Tribune. La stragrande maggioranza dei lettori plaude all’atteggiamento del governatore.

Qualcuno tuttavia fa notare che, rifiutando la proposta dell’Energy Solution, i siti dello Utah destinati ad accogliere scorie verranno comunque riempiti di rifiuti radioattivi nazionali. E il miliardo e mezzo di dollari non arriverà nelle casse dello Stato.

Voi come vi collochereste se i rifiuti radioattivi dovessero essere recapitati, invece che nello Utah, vicino a casa vostra?

Pensateci, perchè il Governo italiano vuol costruire - imporre, se necessario - le centrali nucleari. Le scorie, non si sa dove andranno. E se resteranno sul patrio suolo, non è neanche detto che siano accompagnate da un assegno di 1,5 miliardi di dollari.

da blogeko.it

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