Chat No Nuke

off line

mercoledì 4 marzo 2009

La Francia antinucleare mette il dito nella piaga atomica

LIVORNO. Dopo i ripetuti incidenti nucleari, in Francia si alza la voce di chi si è battuto da sempre contro un modello energetico che era diventato una specie di intoccabile vacca sacra. La rete "Sortir du nucléaire" dice che «La Francia paga caro il divieto di parlare del nucleare durante le "Grenelle" (gli stati generali dell´ambiente francesi). I discorsi ufficiali ("I livelli di contaminazione sono al di sotto dei limiti legali") sono vere menzogne. Mentre un nuovo grave avvenimento chiama in causa l´industria nucleare - la contaminazione di 91 persone nella centrale nucleare di Tricastin – il Réseau "Sortir du nucléaire" chiede ai cittadini di prendere coscienza della gravità del rischio nucleare e della possibilità di un incidente catastrofico in Francia.». Secondo la rete francese antinucleare «Sarkozy ha commesso un atto imperdonabile interdicendo tutte le discussioni sul nucleare durante la "Grenelle de l´environnement" alla quale Réseau "Sortir du nucléaire" ha dunque a ragione rifiutato di partecipare. E da molto tempo che è urgente discutere dell´uscita dal nucleare... e di metterla in atto al più presto, prima che accada il peggio».

Per France Nature Environnement (Fne), «mentre il governo sta redigendo un progetto di decreto che punta a frenare lo sviluppo dell´eolico, gli incidenti nucleari di Tricastin e Romans sur Isère dimostrano che farebbe meglio a preoccuparsi dell´attuale gestione della filiera nucleare. Fne chiede che sia: 1° Abrogata la legge del 13 giugno 2006 sulla trasparenza e la sicurezza nucleare e soppresso l´Asn; 2° Fae un audit della situazione; 3° Democratizzare la gestione della filiera nucleare; 4. Ripetere che il nucleare non è né un´energia rinnovabile, né una risposta alla deregulation climatica; 5. Calcolare l´esatto impatto ecologico del nucleare; 6. Chiudere immediatamente gli impianti nucleari più pericolosi».

I Verdi francesi guardano preoccupati al futuro: «Dopo Tricastin, Roman sur Isère. E dopo? - si chiede la portavoce Anne Souyris - Cosa dobbiamo aspettare per mettere sotto stretta sorveglianza l´insieme dei siti nucleari in Francia? Vediamo già le malefatte sul breve periodo di questa fonte energetica, esauribile, gravemente inquinante e pericolosa oggi per tutti e e ovunque, in particolare per chi è vicino a questi siti».

Per i Verdi «Si, la Francia è la più grande pattumiera nucleare mondiale. No, non sappiamo controllare e stoppare i rischi. Questi tre incidenti gravi lo provano una volta di più. Questo prova anche che l´industria nucleare non è una chance per la Francia e il mondo in generale, ma un elemento distruttivo e senza uscita: senza uscita perché pericoloso, senza uscita perché sempre legata a lobby economiche egemoniche senza scrupoli di fronte all´ambiente ed alla salute, senza uscita perché sempre in contraddizione con i principi di trasparenza e dell´informazione pubblica che deve esigere la nostra democrazia». I Verdi francesi chiedono anche «che siano chiusi tutti i siti sui quali esiste un rischio e che siano inviate delle unità scientifiche indipendenti per valutare e controllare la situazione» e ricordano che «l´industria delle energie rinnovabili crea proporzionalmente dieci volte più posti di lavoro dell´energia nucleare, e che la Francia continua però ad investire miliardi in questa industria».

da greenreport.it

Nessun commento:

Posta un commento