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martedì 3 marzo 2009

Speciale nucleare: la gestione delle scorie radioattive in Italia

In Italia si è ormai da mesi riaperto il dibattito sul nucleare. La posizione del governo italiano sulla questione della gestione delle scorie nucleari - i rifiuti radioattivi lasciati in eredità dalla scellerata stagione nucleare italiana conclusasi con il referendum popolare del 1986 - è stata e continua ad essere piuttosto confusa e contradditoria.

Il Governo aveva inizialmente individuato nello stoccaggio a secco presso gli impianti esistenti la soluzione intermedia al problema, in attesa dell'individuazione di un sito di stoccaggio in Italia. La Sogin - società a capitale pubblico presieduta da un generale che ha l'esclusiva gestione di tutto il nucleare italiano - aveva già ordinato alla ditta tedesca GNB GbH un certo numero di contenitori (casks) per il contenimento del combustibile irraggiato ancora non trattato.

Il decreto Marzano del 2 dicembre 2004, al quale ha fatto seguito l'ordinanza del Commissario Carlo Jean del 16 dicembre 2004, ha però cambiato le carte in tavola e ha deciso l'esportazione totale e definitiva delle 235 tonnellate di combustibile irraggiato ancora stoccato negli impianti nucleari di Trino Vercellese, Saluggia e Caorso [ cioè il 99% della radioattività esistente presso gli impianti nucleari dimessi ], con destinazione Sellafield [ Inghilterra ] o La Hague [ Francia ].

Dopo le varie pratiche di autorizzazione, il primo carico dovrebbe partire all'inizio del 2006 e l'intera operazione dovrebbe concludersi entro il 2007. Stiamo parlando quindi di 70-80 trasporti eccezionali di combustibile irraggiato dall'Italia, in un arco temporale di soli 24 mesi. Né il decreto, né l'ordinanza fornivano dettagli sull'organizzazione delle spedizioni, sulle misure di sicurezza, sui piani di informazione e protezione della cittadinanza e dell'ambiente.

Dopo le operazioni riprocessamento, i rifiuti dovrebbero rientrare in Italia, entro circa 20 anni. O potrebbero anche non tornare più. Questa ipotesi caricherebbe altre popolazioni di un fardello pericoloso, considerando che nel mondo esiste un solo sito geologico per lo smaltimento finale delle scorie nucleari, negli Stati Uniti, mentre paesi come Francia e Gran Bretagna sono ancora in fase di studio e sperimentazione.

Il 9 gennaio 2005 è scaduto il termine previsto dal cosiddetto decreto Scanzano [ successivamente convertito nella legge n. 368 del 24/12/03 ] per l'individuazione del sito unico nazionale di deposito. Nulla si è saputo ufficialmente: la legge è stata disattesa.

da Greenpeace.org

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